martedì 28 novembre 2017

LE CREDENZE LIMITANTI: SUPERARE LA TIMIDEZZA PER OTTENERE INFORMAZIONI





by Andrea Frighi

Come spiegato nei precedenti articoli oggi andremo ad analizzare concetti fondamentali per superare la timidezza e diventare più sicuri di sé nella vita in generale, il tutto per il fine ultimo di ottenere informazioni dalle persone.
I concetti che andremo ad illustrare sono i seguenti:
·         LA ZONA DI CONFORT
·         IL GIUDIZIO DEGLI ALTRI
·         GLI ALTRI SONO SICURI DI SE’, IO NO!
·         “DISTURBARE” IL PROSSIMO
Analizziamoli nel dettaglio.

1. LA ZONA DI CONFORT
Sai cos’è la zona di confort? La zona di confort è quella porzione immaginaria in cui una persona risiede abitualmente e dalla quale fa una fatica terribile a distaccarsi.

Mi spiego meglio: prendiamo un uomo timido. Per quest’uomo scambiare due chiacchiere con una ragazza sconosciuta costa una fatica tremenda. La ragazza magari è anche carina. L’uomo sa perfettamente che chiacchierare insieme a lei costituirebbe un superamento delle proprie paure, sa che dopo averci provato ed esserci riuscito si sentirà meglio. Ma la paura di fare il “salto” è troppo più grande, la paura di fare una “figuraccia” supera di gran lunga la voglia di emergere e di “farcela”. Così non conversa, tira dritto e quando si allontana si sente ancora una volta sconfitto, giù di morale e riprecipita nel circolo vizioso che lo ha accompagnato fino a quel momento. E dirò di più: vivere in questo circolo vizioso per lui sarà così confortevole che la prossima volta che capiterà l’occasione si comporterà nello stesso identico modo.

Ho preso l’esempio di una ragazza ma si può fare lo stesso ragionamento con il giornalaio sotto casa.
Il succo del discorso è questo: ci sono persone che vivono così bene nel loro mondo (perché non ne conoscono altri) che il solo fatto di rintanarsi in quell’universo per tutta la vita li conforta, li fa sentire a casa ed hanno il terrore di agire perché uscendo da quel guscio si sentirebbero spaesati.
Capiamoci, ci siamo passati tutti, e ci sono passato anch’io, ma il vero salto di qualità è proprio il CAMBIO DI MENTALITÀ. Cioè capire che le cose NON ACCADONO PER DESTINO, siamo NOI con le nostre scelte che creiamo il nostro futuro.
Quando ero studente mi trovavo esattamente nella situazione descritta in precedenza, ero timido ed ero convinto che se non mi sentivo realizzato, la colpa fosse degli altri, non mia. Allora ho provato a cambiare mentalità, ho mutato atteggiamento verso gli altri, ho provato ad uscire dalla mia tana e ti assicuro che i risultati sono arrivati e ne è valsa veramente la pena.
Quando oggi mi rapporto con una persona (e soprattutto se a questa devo estrapolare informazioni per la mia indagine) qualsiasi forma di timidezza è svanita. Ed è esattamente quello che dovresti fare se vuoi diventare un grande detective. Cambiare la TUA mentalità, uscire dalla TUA zona di confort.
Quando sei davanti ad una situazione per te COMPLICATA (può essere qualsiasi cosa, dal parlare con qualcuno al chiedere l’aumento al proprio superiore) e percepisci quella sensazione di disagio che ti blocca, E’ PROPRIO IL MOMENTO IN CUI DEVI AGIRE!

Quella sensazione di disagio, apparentemente negativa, deve essere vista sotto un’altra luce: come il segnale che devi spingerti oltre, come il segnale che devi agire, perché sai che dopo che l’avrai fatto ti sentirai MOLTO PIU’ FELICE e molto più realizzato.

Non si tratta soltanto di scambiare due chiacchiere con qualcuno, questa mentalità è utile anche nella vita di tutti i giorni, quando devi prendere una decisione importante per il tuo futuro su qualsiasi cosa: lavoro, famiglia, amore ecc.
Per fare un esempio banale: sono stato per anni dipendente di un’agenzia investigativa, avevo uno stipendio fisso e ciò mi permetteva di vivere una vita senza grosse difficoltà finanziarie. Ma per quanto fosse splendido il rapporto con i titolari e per quanto l’agenzia fosse ed è tuttora una delle più prestigiose, non mi sentivo realizzato. Mi pesava il fatto di dover sottostare a determinati orari, oppure rimanere in ufficio per 8 ore quando non c’erano servizi esterni oltre a non potermi dedicare alle mie passioni, non mi sentivo bene con me stesso insomma. Allora ho preso la decisione di aprire un’agenzia investigativa (che era il mio sogno fin da bambino), con tutti i rischi che questo comportava. Sapevo perfettamente che dal punto di vista della tranquillità economica fosse un azzardo ma ho messo sul piatto della bilancia le due strade: tranquillità economica ma malinconia interiore vs incognita ma felicità interiore, realizzazione. Ho scelto la seconda strada e soltanto il tempo dirà se ho avuto ragione, ma per come mi sento dentro non ho il minimo dubbio oggi.

Scegliere il percorso apparentemente più impervio non significa essere fuori di testa, anzi è sinonimo di intelligenza se ciò ti permette di sentirti più felice e realizzato. Secondo te chi è più apprezzato in fin dei conti? Una persona che ci prova e fallisce oppure una persona che non ci prova nemmeno?
Cerca quindi di capire che se certe cose vanno male (al di là di malattie contro cui non possiamo combattere) la responsabilità è TUA, esci dalla zona di confort, supera quel macigno che non ti fa agire e inizia a sentirti libero!

2. IL GIUDIZIO DEGLI ALTRI
Una delle cose che ti blocca maggiormente se sei timido è sicuramente il giudizio degli altri.
Ti svelerò un segreto: alla gente non importa nulla di quello che fai!
Ma andiamo con ordine. Tutti bene o male abbiamo timore del giudizio degli altri. La paura del giudizio deriva dalla pressione sociale. La pressione sociale è utile perché in sostanza grazie ad essa una persona evita di ballare nuda per la strada davanti a tutti, e questa è buona cosa.

Il problema sorge quando la pressione sociale è talmente alta da bloccarti in qualsiasi situazione.
Faccio un banale esempio: sali sul treno, giungi al tuo scompartimento e ti senti immediatamente osservato, scrutato da cima a fondo dalle persone che sono già sedute. Pensi: “quelli stanno guardando me, perché mi guardano?”. Bene: a nessuna di quelle persone importa minimamente di te e di quello che stai facendo!

Anzi, la verità è un’altra: vedendoti arrivare quelle persone pensano esattamente la stessa cosa, ma al contrario. Già. Loro pensano: “E’ arrivato questo, perché mi sta guardando?”. Praticamente ognuno pensa di sapere cosa sta pensando l’altro e tutti credono di essere al centro dell’attenzione.
Solo che dopo pochi secondi tutti tornano a farsi gli affari propri. Ti sei chiesto perché? La prima cosa che devi sapere è che le persone sono talmente concentrate su loro stesse, sempre impegnate a non fare brutte figure, che a nessuno importa nulla di quello che fai. Proprio perché tutti sentiamo la pressione sociale (chi più chi meno). Ricordati: l’attenzione delle persone è rivolta soltanto a loro stesse e a nessun estraneo importa minimamente di te (a meno che non ti abbia puntato come obiettivo per un attacco).

Il discorso sarebbe da approfondire ma mi fermo qua, come detto questo non è un articolo di psicologia.
Ti chiedo solo di fare un piccolo salto di qualità. Da oggi quando cammini per strada pensa: “non mi interessa niente di quello che pensa la gente”.

3. GLI ALTRI SONO SICURI DI SE STESSI, IO NO!
Ecco un altro mito da sfatare. Sentendoti insicuro probabilmente proverai ammirazione e invidia per quelle persone che APPARENTEMENTE sono sicure di sé. Ma ti svelo un altro segreto: nessuno in questo mondo è sicuro di sé al 100%. E’ vero, ci sono persone che lo sono più degli altri e da queste è sempre bene prendere esempio se si vuole migliorare la propria condizione.

Il problema è quando si fa confusione sul concetto di essere sicuri di sé. La maggior parte delle persone crede che sentirsi sicuri voglia dire prevaricare il prossimo, magari attaccandolo con battute volgari per abbassarne il valore, o assumere un atteggiamento violento per far valere la propria opinione. Queste persone non sono sicure di se stesse, anzi! Sono quelle persone che non riescono ad accettare la minima critica, per le quali l’orgoglio vale più di qualsiasi altra cosa e per questo devono sempre avere la meglio in una discussione perché per loro non avere il consenso costituisce una ferita quasi impossibile da arginare, che si portano dietro per mesi.

Con questo tipo di persone purtroppo c’è poco da fare. Bisogna avere l’intelligenza di riconoscerle e stare lontano fin da subito.

La cosa importante da capire è un’altra: anche le persone che sembrano così sicure di se stesse in realtà non lo sono.

Prendiamo i social network, sono l’esempio più lampante: se una persona stesse veramente bene con se stessa non avrebbe bisogno di cercare disperatamente l’approvazione attraverso i famigerati “like”, oppure di ricevere approvazioni nei commenti (NDA: a proposito, commentate e condividete ).
Quindi ecco la fatidica verità: la maggior parte delle persone di questo mondo sono “insicure” in una situazione sociale, anche quelli che ti sembrano così forti nascondono un lato debole (e spesso è molto più debole del tuo che ti mostri “debole”). Chi vuole sempre averla vinta, chi usa la forza per imporsi è soltanto apparentemente “forte”, ma in fin de conti si comporta come quei cagnolini di piccola taglia che quando hanno paura cominciano ad aggredire abbaiando furiosamente: lo fanno per mostrarsi forti e mascherare dunque la loro fragilità.

Per questo motivo fare il prepotente non ti porterà risultati nell’ottenere informazioni: la gentilezza rimane sempre l’arma migliore.
Educazione sì, ma rispetto per te stesso e decisione in quello che fai, queste sono le armi vincenti.

Tutti abbiamo le nostre insicurezze e siamo talmente concentrati sulle nostre che non vediamo quelle degli altri. I nostri problemi sembrano macigni, quelli degli altri sassolini. Accettare le nostre insicurezze è buona cosa ma non vuol dire che non si deve far nulla per superarle anzi, è legittimo (e doveroso) provarci.

4. “DISTURBARE” IL PROSSIMO
Eccoci all’ultimo mito da sfatare.
La maggior parte delle persone crede che conversare con uno sconosciuto o attaccare bottone con qualcuno costituisca una mancanza di rispetto perché si arreca “disturbo”.

Facciamo un esempio: un ragazzo nota due belle ragazze in discoteca che stanno conversando tranquillamente tra di loro. Questo ragazzo penserà che andare ad attaccare bottone significa “disturbarle” e se ne starà in disparte.
Questo atteggiamento, a mio modo di vedere, è davvero divertente!
Le ragazze vivono (molto più degli uomini) per la socialità. Per loro scambiare due chiacchiere con uno sconosciuto costituisce un piacevole diversivo alla monotonia. Due amiche che chiacchierano potranno continuare a farlo comodamente più tardi, tanto più che tra amiche si discute sempre più o meno delle stesse cose.

E’ vero, ci sono delle situazioni in cui puoi arrecare effettivamente disturbo (ti insegnerò a riconoscerle) e che non sono adatte a una conversazione. Inoltre se vai a interagire con una persona non puoi certo farlo da cafone (allora sì che la disturberai). Ma avere voglia di parlare con qualcuno è universalmente accettato e sono sicuro che non ti arrecherà alcun danno.

Quello che vorrei che tu capissi oggi è questo: attaccare bottone con qualcuno non significa arrecare disturbo!Significa soltanto essere una persona socievole che non vede nulla di male nello scambiare due chiacchiere con chiunque. Poi, se l’interlocutore è infastidito, te lo farà capire, allora ti scuserai e ti allontanerai con lo stesso sorriso con cui ti sei avvicinato. Ora ti chiedo: è morto qualcuno per averci provato?? Non credo proprio amico del blog.

ESERCIZI:
I primi esercizi che ti propongo per superare la timidezza sono piuttosto semplici, ma è necessario applicarsi e provarci veramente.
1.      Per le prossime due settimane allunga la conversazione più che puoi con persone che già conosci. Parlo del giornalaio sotto casa, del barista che ti serve la colazione ogni mattina, della commessa di un negozio di vestiti. Insomma, parla, conversa del più o del meno. Ci vuole poco, alle volte è sufficiente iniziare con qualcosa tipo: “bella giornata oggi”. Fai delle prove, tenta di coinvolgerli in un discorso di poche battute, fai il primo piccolo passo.
2.      Per le prossime due settimane quando cammini per strada guarda negli occhi gli sconosciuti e cerca di sostenere il loro sguardo finché non saranno loro a cedere. Fallo con persone del tuo stesso sesso, poi prova anche con quelle di sesso opposto (se sei una ragazza stai attenta perché purtroppo il tuo sguardo potrebbe venire male interpretato). Successivamente cerca di individuarne il colore.
3.      Per le prossime due settimane prova a sorridere agli sconosciuti mentre cammini per strada, che siano uomini o donne. Osserva la loro reazione, se fanno una faccia stranita fregatene e pensa “non mi importa nulla di quello che pensano gli altri”.
4.      Ferma uno sconosciuto per strada e domandagli che ore sono, oppure chiedi delle indicazioni stradali. Se puoi, prova a portare avanti una conversazione dopo che ti ha risposto.
Come vedi sono esercizi semplici, ma nella loro semplicità aiutano a socializzare, semplicemente perché espongono progressivamente a situazioni che probabilmente sono insolite per una persona timida.
Ricordati: più ti abitui a chiacchierare con persone nuove, più migliori le tue capacità sociali. Una mentalità di abbondanza aiuta nelle relazioni. Per il momento fai questi piccoli passi e vedrai che l’ansia sparirà con l’abitudine. E’ come quando hai guidato per la prima volta: ti sentivi insicuro e impacciato ma con il passare del tempo ti sei abituato e ora guidi senza nemmeno pensare a quello che stai facendo. Con le situazioni sociali è la stessa cosa, più ti applichi, più provi, più queste situazioni ti sembreranno familiari e arriverai al punto in cui ti sembrerà strano non attaccare bottone.



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