mercoledì 29 novembre 2017

INDURRE RILASSAMENTO E CURIOSITÀ NELL'INTERLOCUTORE






by Andrea Frighi

Sei riuscito ad approcciare il tuo interlocutore e grazie alle tecniche che ti ho insegnato in questo articolo sei riuscito a non rimanere senza parole e dunque a superare le prime fasi della conversazione. Mentre lo fai è necessario un passo in più: dovrai infatti indurre nel tuo intervistato due particolari emozioni, vitali per proseguire nella conversazione e tenere sveglio il suo interesse: RILASSAMENTO e CURIOSITA’.

Vediamole con ordine.

1. RILASSAMENTO
Come già accennato, nessuno è pronto a sostenere una conversazione se prima non si sente a proprio agio, per cui dovrai essere in grado di iniettare nel tuo intervistato proprio quell’emozione (il rilassamento) creando la fiducia necessaria perché lui prosegua la conversazione.

Come fare per produrre nel soggetto uno stato d’animo rilassato?
Niente di più semplice, è sufficiente sfruttare a proprio vantaggio il fenomeno della EMOZIONE INDOTTA.

Di cosa si tratta?
Il fenomeno dell’emozione indotta si basa su questo semplice assunto: durante una conversazione, l’interlocutore sarà portato a provare la stessa emozione che stai provando tu.

Non è una regola matematica, ma è valida nel 99% dei casi.
Facciamo un esempio pratico.
Ad una festa un ragazzo vede una bella ragazza seduta a un tavolino e decide di andare a parlarle. Se comincerà a mostrarsi agitato e a balbettare, allo stesso modo la ragazza si sentirà agitata e non sarà a suo agio. A quel punto la ragazza non vedrà l’ora di porre fine alla conversazione e probabilmente si allontanerà con disagio e fastidio.
Il fenomeno dell’emozione indotta è proprio questo. Se provi una determinata emozione, quasi automaticamente questo stato d’animo sarà trasmesso al tuo interlocutore.

Da questo ne deriva che per trasmettere tranquillità al tuo interlocutore non dovrai fare altro che essere calmo e tranquillo tu stesso. Il che significa che non dovrai far trasparire quelle manifestazioni di agitazione che già conosci: fretta di arrivare alla fine del discorso mangiandoti le parole, scelta poco accurata dei vocaboli, balbettare e muovere nervosamente le mani.

Segui le regole indicate nell’articolo APPROCCIARE UNO SCONOSCIUTO e vedrai che automaticamente anche il tuo interlocutore sarà rilassato e sarà pronto a fornirti tutte le informazioni di cui hai bisogno.

2. CURIOSITA’
Questa emozione è leggermente più complessa da creare nell’interlocutore. Per fare in modo che l’intervistato prosegua nel dialogo dovrai suscitare in lui curiosità.

Curiosità verso cosa? Ovviamente verso quello che stai dicendo, ma non solo! In parte la curiosità viene suscitata dalla scusante d’approccio, altre volte invece dovrai ingegnarti per renderti interessante agli occhi dell’interlocutore.
Una buona scusante d’approccio, creata ad arte e con un po’ di inventiva spesso è sufficiente. Ricordati che dovrà essere inerente a tutto ciò che sai del tuo bersaglio altrimenti perderà di efficacia. Usa la fantasia, comportati come se ciò che stai chiedendo sia perfettamente normale e soprattutto credi alla tua storia.

Le bugie in fondo non sono difficili da raccontare, sarà sufficiente credere a quello che si dice e, a meno che tu non stia raccontando di essere stato sulla Luna insieme agli americani, ci crederà anche l’intervistato o quanto meno non si porrà il problema se tu stia dicendo il vero oppure no.
Se la scusante d’approccio è banale allora dovrai essere bravo a destare curiosità successivamente, agganciandoti a quello che il tuo intervistato dice. Uno dei modi più potenti per destare curiosità e interesse sono le “storie”.

Esattamente. Una storia basata su un’esperienza personale, se raccontata bene, sarà più che sufficiente a creare interesse. Raccontare bene una storia significa esprimerla come già ti ho insegnato, magari facendo delle pause tra una frase e l’altra, in modo da creare una certa suspense.
Quindi ricapitoliamo: inventi preventivamente una scusante d’approccio, approcci il soggetto seguendo le regole di comportamento che conosci, lo induci a uno stato d’animo rilassato comportandoti in maniera tranquilla a tua volta, utilizzi il principio di corrispondenza per non rimanere senza parole all’inizio, infine cerchi di risvegliare la sua curiosità grazie alla tua inventiva, magari raccontando storie personali (vere o false che siano – meglio vere perché così sarai più credibile – senza però fornire informazioni importanti su te stesso).
Tieni conto inoltre che la curiosità può essere risvegliata non solo da ciò che dici, ma anche dall’atteggiamento: una persona che assume un atteggiamento e una postura corretti (come ti ho insegnato) suscita in generale una maggiore curiosità.

Sapere ciò è utile anche per sapere se qualcuno sta utilizzando tali tecniche contro di te. Come già spiegato, un investigatore non deve lasciarsi raggirare da una buona parlantina o da un atteggiamento apparentemente impeccabile.






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