by Andrea Frighi
Eccoci ancora a discutere sul pedinamento: oggi scopriamo quali sono le altre qualità necessarie per emergere come pedinatore.
Eccoci ancora a discutere sul pedinamento: oggi scopriamo quali sono le altre qualità necessarie per emergere come pedinatore.
VISIONE D’INSIEME
La visione d’insieme non riguarda
soltanto il settore della guida su strada, si tratta di una caratteristica che
deve rimanere costante durante l’intero pedinamento.
Un
detective deve essere sempre cosciente di quello che accade intorno a lui.
Non
potete eseguire un pedinamento se non avete il controllo completo della
situazione. Durante una sorveglianza siete voi i padroni del vostro
destino, dare la colpa al caso o alla sfortuna è da dilettanti,
ricordate che se il pedinamento va storto il più delle volte avete sbagliato
qualcosa.
Un
investigatore deve essere in grado di comprendere velocemente le
intenzioni del proprio pedinato (sta per entrare in quel negozio? si
sta guardando intorno sospettoso? sta per parcheggiare?), le intenzioni di un
passante che cammina lungo la stessa strada (mi sta osservando con aria strana?
ha capito che ho scattato una fotografia?), o di un’autovettura che si frappone
tra lui e il sorvegliato (posso utilizzarla come “copertura” oppure devo
immediatamente sorpassarla perché d’intralcio?). Ovviamente saranno
l’esperienza e la pratica sul campo a donarvi queste qualità.
Uno
dei momenti in cui la visione d’insieme deve essere massima è l’attimo in cui
il vostro sorvegliato parcheggia il veicolo una volta giunto a destinazione
(ovviamente durante un pedinamento in auto). Dovete avere la prontezza
di capire che il vostro uomo è in cerca di un posto per parcheggiare, quindi
scovare un pertugio prima di lui. Può apparire semplice ma spesso,
soprattutto nelle grandi città dove il traffico è intenso, non si trovano posti
liberi o il parcheggio è molto stretto ed è necessaria una manovra veloce.
Inoltre il più delle volte dovrete posizionarvi in modo da scattare
immediatamente una fotografia al sorvegliato se egli accede a un locale ubicato
nelle immediate vicinanze dell’area ove ha appena parcheggiato. Le difficoltà
sono diverse.
E’
anche vero che la maggior parte delle volte la sorveglianza viene eseguita da
più operatori per cui uno scenderà a piedi per proseguire il pedinamento e
l’altro cercherà velocemente (ma anche più comodamente) parcheggio raggiungendo
il collega in un secondo momento. Altre volte sarete costretti a
superare il vostro uomo mentre parcheggia e trovare un posto libero più avanti
di lui. Se siete soli e non trovate posti disponibili dovete considerare
l’idea di abbandonare temporaneamente il veicolo in sosta vietata (quindi a
rischio multa) per non perdere le mosse del sorvegliato e sperare di tornare a
parcheggiarlo al meglio in un secondo momento.
Il
consiglio che posso dare è quello di esercitarvi. Se siete nuovi di questo mestiere salite a bordo
della vostra auto e cominciate a girare in città sconosciute, su strade mai
frequentate prima. Tutti i giorni impratichitevi con i parcheggi, diventate
esperti nel posteggiare il più velocemente possibile con una sola manovra.
Infine l’investigatore
è un maestro nel comprendere se il sorvegliato si è accorto di essere
controllato. Capire se un soggetto è sospettoso è una facoltà che spesso ci
salva da situazioni critiche. Ciò permette di allontanarci in tempo ed evitare
di fornire al nostro uomo la certezza assoluta di essere seguito.
Come
per l’appostamento, anche nel pedinamento è vitale comprendere
il livello di attenzione del soggetto interessato.
Scriverò
un articolo specifico in merito ma voglio fare comunque un esempio: se il
sorvegliato sta camminando pochi metri davanti a voi e a un certo punto si
volta di scatto, l’ultima cosa che dovete fare è eseguire la medesima mossa,
quindi girarvi di scatto e camminare in direzione contraria. Un comportamento
del genere allarmerebbe immediatamente il vostro uomo anche se fino ad allora
non sospettava di nulla. Non fatevi prendere dal panico, se egli si gira
improvvisamente abbiate la scaltrezza di proseguire come se nulla fosse
e incrociate serenamente il vostro uomo. Nell’occasione “spazzolatelo” con
lo sguardo in modo da comprendere il suo livello di attenzione. Solo così
potrete capire se si è voltato perché sospetta di voi o semplicemente perché è
stato distratto da qualcosa. Se non lo guardate negli occhi (evitate di
fissarlo per svariati secondi, basta un’occhiata!) non avrete il controllo
della situazione e vi rimarrà il dubbio in eterno, in questo modo invece potete
essere sicuri delle sue intenzioni e, nel caso, abbandonare in tempo la
sorveglianza per riprenderla più avanti.
Quando ero ancora collaboratore seguivo un uomo
sospettato di tradimento. Egli si spostava soprattutto a piedi. Durante i primi
minuti di sorveglianza seguitava a voltare lo sguardo all’indietro. La scena si
ripeteva quasi tre volte al minuto. Stranito da questo comportamento sospetto,
visto che il pedinamento era nella fase iniziale, sospesi immediatamente e chiesi
ai miei capi un ulteriore colloquio con la cliente. Mi dissero in seguito che
la donna, vergognandosi, aveva omesso di riferire che il marito avesse un tic
proprio di quel tipo.
Il giorno successivo lo seguii senza timori, cosciente della notizia che avevo appreso. Al termine delle indagini constatammo che il sorvegliato era un tipo a posto e non tradì mai il coniuge.
Il giorno successivo lo seguii senza timori, cosciente della notizia che avevo appreso. Al termine delle indagini constatammo che il sorvegliato era un tipo a posto e non tradì mai il coniuge.
Può
capitare che il sorvegliato sia talmente attento da mettere in atto una
contro-sorveglianza sull’investigatore.
Intuirlo in anticipo significa non soltanto salvare il servizio ma evitare di
essere identificati.
Qualche
volta mi è capitato che il soggetto da pedinare fosse talmente astuto da avere
al soldo altre persone che lo coadiuvavano nella contro-sorveglianza.
Seguivo
un criminale che aveva sottratto migliaia di Euro tramite svariate truffe. Dopo
le prime ore di pedinamento io e il mio collega ci accorgemmo di un giovane di
colore che camminava a breve distanza dal nostro uomo. Presto capimmo che anche
l’extracomunitario stava tallonando il nostro sorvegliato. Inizialmente
pensammo ad un nemico (forse una delle vittime delle sue truffe) e dovemmo
prestare la massima attenzione per non essere individuati sia da uno sia
dall’altro. Durante l’intera sorveglianza l’uomo di colore non aveva mai
perduto di vista il nostro uomo. Quando il sorvegliato fece ritorno a casa e
pochi istanti dopo anche lo straniero fece ingresso nella stessa palazzina
cominciò a sorgere il sospetto che egli più che un rivale fosse un amico del
pedinato. Quando il nostro uomo uscì di casa una seconda volta anche l’altro si
allontanò pochi secondi dopo, per cui non ci furono più dubbi. Ulteriori
indagini confermarono che l’extracomunitario era una vecchia conoscenza del
sorvegliato, un complice che lo aiutava nelle truffe. Probabilmente durante il
pedinamento lo straniero fungeva da “cane da guardia” e coadiuvava il nostro
uomo con un’attività di contro-sorveglianza.
Un
investigatore utilizza diversi stratagemmi per capire se il sorvegliato è
sospettoso oppure no, gli stessi saranno trattati nello specifico negli
articoli sul pedinamento in auto e a
piedi. Conoscere il livello di vigilanza del
vostro uomo è utile anche per sapere quando potete azzardare.
Seguivo
una ragazza extracomunitaria per conto della madre, la quale sospettava che la
fanciulla frequentasse cattive compagnie. L’Interessata era così poco attenta
che riuscivo ad ascoltare qualsiasi conversazione telefonica, oltre a leggere
gli sms sul suo smartphone. Se avessi voluto avrei potuto carpire il codice
sblocco del telefono. Le telefonate e gli sms confermarono quanto emerso dai
pedinamenti: la ragazza era tranquilla e perfettamente a posto.
RESISTENZA FISICA E
PSICOLOGICA
Come
ribadito più volte il detective deve possedere una resistenza fisica e
psicologica sopra la media che gli permetta di non mollare alle prime
difficoltà.
In una giornata vi capiterà di stare
dietro a una persona anche per 16 ore consecutive ed è necessaria una grande
resistenza fisica per tenerle testa tutto il tempo. Calcolate che dovrete
seguire le mosse di un soggetto il quale nei momenti in cui si trova
all’interno della propria abitazione se ne starà a riposo mentre voi sarete
appostati in auto o a piedi in condizioni critiche. Quando il vostro uomo si
allontanerà da casa la prima volta, sarà fresco come una rosa mentre voi avrete
alle spalle già diverse ore di appostamento e non avete in pratica ancora
cominciato il “lavoro”.
Un inverno esigenze di servizio (che non
posso rivelare) mi costrinsero a camminare dalle otto del mattino fino alle due
di pomeriggio (6 ore) senza sosta, senza mai potermi riposare su di una
panchina. Fu straziante e ricordo ancora quel giorno come uno dei più pesanti
della mia vita nonostante le pochissime ore di lavoro (in fin dei conti si
trattò soltanto di sette ore, ma sei delle quali spese interamente a camminare
al freddo senza poter sostare).
Fattori
da tenere in considerazione sono anche la fame e il sonno.
Fate conto che in diverse occasioni
dovrete lavorare a stomaco vuoto: può capitare che vi dimentichiate di portare
il cibo da casa ma il più delle volte sarete voi stessi ad evitare di mangiare
quando capirete che la digestione rende più difficile la concentrazione. Ho
ormai rinunciato a cibarmi durante un servizio e porto sempre con me confezioni
di cracker o grissini da sgranocchiare ogni tanto.
Inoltre
come già spiegato le sorveglianze, solitamente, durano almeno una settimana
nella quale vi ritroverete a cominciare il servizio alle sette del mattino e a
terminarlo verso le sei/sette di sera. Potete immaginare la stanchezza dovuta
alla mancanza di sonno, soprattutto se il luogo dove iniziate il lavoro si
trova a diversi chilometri di distanza da casa vostra.
Svolgevo
un servizio in un paese distante un’ora e mezza da casa mia. Non era così
lontano da giustificare al Cliente il pernottamento in hotel per cui ogni
giorno facevo il “pendolare”. Il servizio cominciava alle 3 del mattino e
terminava intorno alle 21. Significava tornare a casa alle 22.30 circa,
mangiare, fare una doccia, andare a letto e svegliarmi all’1 di notte il giorno
successivo per essere pronto a cominciare alle 3 del mattino. Inutile dire che
furono due settimane strazianti.
Quando
ero un giovane collaboratore operavo per diverse agenzie investigative. Lavorai
per un’organizzazione dalle sette del mattino sino all’una di notte per una
intera settimana, tranne l’ultimo giorno in cui terminai intorno alle 17.00.
Alle 18.00 ero già operativo per un servizio commissionato da un diverso
istituto investigativo. Il capo della prima agenzia mi chiamò poco dopo che
avevo terminato il lavoro svolto per lui: quando seppe che stavo già svolgendo
un altro incarico a stento riuscì a dissimulare il suo stupore.
Anche
la resistenza psicologica non è da sottovalutare. Vi troverete in situazioni in cui l’unico desiderio
è quello di abbandonare tutto e rinunciare al servizio. Ma è proprio in
questi attimi di sconforto che il vero investigatore viene fuori, perseverando
nella “caccia” senza mollare sino a ribaltare la situazione in favorevole.
Un
piccolo esempio pratico: siete in attesa da cinque ore ad aspettare che il
vostro uomo esca di casa. Quando questi si allontana dalla propria abitazione
perdete immediatamente contatto a causa di un ostacolo che non riuscite a
superare. In pratica dopo cinque lunghissime ore di appostamento vi siete fatti
sfuggire il sorvegliato in pochi secondi gettando al vento anche le cinque ore
precedenti. In questi casi appare facile perdersi d’animo ed entrare nello
sconforto più totale. Dovete invece avere la forza di perseverare, attendere
quindi il ritorno del vostro uomo (se non avete indirizzi noti dove recarvi) e
appostarvi per diverse ore sino a quando esce di nuovo. A quel punto dovete
avere l’energia per stargli dietro senza perdere contatto e non buttare al
vento la giornata di lavoro. Non si tratta di situazioni facili ma se possedete
costanza, pazienza e perseveranza riuscirete al meglio in questa avvincente
professione.
LA PAZIENZA
Svolgere un’indagine in fin dei conti è
un po’ come vivere la propria vita.
Non
si può pensare di condurre la propria esistenza nell’ansia di risolvere i
problemi al fine di ritrovare una serenità che arrivi soltanto dopo la loro
risoluzione. Durante un’intera vita gli ostacoli
sono infiniti e non cesseranno mai di esistere. Il segreto è vivere serenamente
mentre gli ostacoli vengono affrontati.
Questa è la lezione più grande che il
mestiere di detective mi ha insegnato e gliene sono estremamente grato. Avevo
difficoltà a concepire l’esistenza in questi termini e ogni volta che avevo un
problema ero oppresso dall’ansia finché questo non veniva risolto. E risolta
una preoccupazione se ne presentava irrimediabilmente un’altra per la quale
trascorrevo un ulteriore periodo di ansia in un circolo vizioso senza fine.
Il
mestiere di investigatore privato mi ha insegnato ad avere pazienza oltre a una
totale padronanza di spirito mentre il problema è in fase di risoluzione e sono
migliorato anche nella vita di tutti i giorni.
Durante
un’indagine si presenteranno mille ostacoli e saranno parecchi i momenti in cui
sarete in attesa di “qualcosa” che possa permettervi di ribaltare la situazione
a vostro favore. Queste circostanze si presenteranno così spesso che prima o
poi farete l’abitudine e imparerete ad accettare semplicemente che esistono,
senza vivere nella cosiddetta ansia di attesa. Certo per risolvere una
situazione è necessaria l’azione! Bisogna fare qualcosa, se state a
guardare i problemi non si risolvono da soli. Ma il trucco è proprio agire
senza l’ansia di doverlo fare, con tranquillità, accettazione e totale
padronanza di spirito.
ILRICONOSCIMENTO
Prima di analizzare i vari tipi di
pedinamento esistenti lasciatemi fare un’ulteriore premessa: riguarda il
RICONOSCIMENTO.
Ogni
detective deve avere l’abilità di riconoscere i lineamenti del soggetto da
pedinare semplicemente dalla fotografia che ha mostrato il Cliente.
E’ vero che se avete a disposizione
l’autovettura (con tanto di targa) utilizzata dal vostro uomo il compito è
semplificato poiché il 99% delle volte basterà tenere d’occhio il veicolo e la
persona che vi salirà a bordo non potrà che essere il vostro sorvegliato. Ma la
maggior parte delle volte il soggetto potrà allontanarsi a piedi oppure
bisognerà fare attenzione che qualcuno non passi a prenderlo con un’altra auto
e lo carichi a bordo, per cui diventa indispensabile riconoscere la persona
dalla fotografia consegnatavi dal Committente.
Non
è un’abilità così scontata: ho assistito a diversi
collaboratori che non erano in grado di riconoscere alla prima occhiata il
soggetto allontanatosi dalla propria abitazione, io stesso avevo difficoltà
all’inizio.
Spesso
capita che la fotografia consegnatavi dal Cliente risalga a parecchi anni prima
per cui è bene eseguire qualche ricerca in internet e procurarsene una più
recente, come spiego nell’e-book gratuito L’INVESTIGATORE
DEL WEB.
L’esperienza vi aiuterà in tal senso e
presto sarete in grado di riconoscere un soggetto anche da una vecchia
fotografia prestando attenzione alle minuzie: la conformazione delle orecchie,
la grandezza del naso, un neo o qualsiasi altra peculiarità.
Questa capacità vi aiuterà anche a
comprendere se tra due soggetti vi sia un legame di parentela, non solo durante
un servizio ma nella vita di tutti i giorni.
Esercitatevi
quindi a scrutare i lineamenti delle persone quando camminate per strada, sforzatevi di ricordare il volto di un soggetto che
vi viene presentato e fate in modo di riconoscerlo immediatamente se lo
incontrate una seconda volta. Ricordate che ci sono parti del corpo che possono
essere modificate da un giorno all’altro, come i capelli che possono essere
tagliati oppure possono cambiare di colore. Imparate a distinguere una persona
sia che indossi occhiali da vista o occhiali da sole. Fate attenzione
all’abbigliamento indossato da un determinato soggetto: spesso se non ricordate
il volto saranno i particolari dell’abbigliamento a permettervi di distinguere
il sorvegliato da altri soggetti. Anche in questo caso esercitatevi
nella vita di tutti i giorni: osservate con attenzione una persona
qualsiasi, aspettate alcuni minuti poi cercate di ricordare quali vestiti aveva
indosso e controllate le vostre illazioni osservandola di nuovo.
Riguardo
al pedinamento in auto un pedinatore deve, e ribadisco, DEVE conoscere
e riconoscere a prima vista marca e modello di un’autovettura. E’ impensabile
che un investigatore non sappia distinguere una “Ford Fiesta” da una “Lancia
Y”. Un bravo detective deve essere in grado di riconoscere le diverse
autovetture e indicarne immediatamente marca e modello. Io stesso all’inizio
avevo grandi difficoltà, non ero un appassionato di automobili e dovetti
studiare a lungo su riviste specializzate. Oggi riesco a distinguere le
autovetture semplicemente da alcune parti di carrozzeria.
Esercitatevi
quando siete per strada cercando di memorizzare le peculiarità di tutti i
modelli di autoveicoli che incontrate.
Fate lo stesso con moto e furgoni. Vedrete che con lo studio e l’esercizio
riuscirete a raggiungere un discreto livello già dopo un mese, anche se non
sapete nulla di automobili.
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