lunedì 30 ottobre 2017

L'EQUIPAGGIAMENTO DEL DETECTIVE (PARTE I)






by Andrea Frighi

Eccoci ad un nuovo appuntamento con le tecniche e gli aneddoti sugli investigatori privati. Oggi parliamo dell’equipaggiamento, cioè dell’attrezzatura di cui deve dotarsi un detective durante lo svolgimento di un incarico.
Oltre all’abito sobrio ed elegante e ad un’autovettura adeguata, ecco gli strumenti che non devono mai mancare a un bravo detective quando svolge un servizio “sul campo”:

1. LO SMARTPHONE
Oggi più che mai è importante disporre di un telefono cellulare multifunzione con il quale, oltre ad effettuare chiamate, si possono scattare fotografie, girare video, effettuare registrazioni vocali, navigare in internet.

Presso la grande distribuzione sono in commercio cellulari dotati di fotocamere ad alta risoluzione e ormai in grado di sostituire in toto la vecchia macchina fotografica compatta. Questi dispositivi peccano ovviamente di un’ottica adeguata con la quale immortalare scene ad una certa distanza, vengono per tanto utilizzati dal detective quando si presta a scattare foto ad oggetti posti a distanza limitata, come quadri citofonici, portoni, interni di immobili o di autovetture ecc.

Seguivo un uomo per conto di una piccola azienda. La mia Cliente sospettava che egli, durante i suoi periodi di malattia, svolgesse un secondo lavoro.
Durante il pedinamento sfruttai l’attimo in cui il mio sorvegliato si trovava all’interno di un bar, per scattare una fotografia con il mio IPhone 5s all’interno dell’abitacolo della sua auto. Sul sedile del passeggero era posizionata una pila di volantini che promuovevano l’inizio attività di una ditta chiaramente in concorrenza con quella della mia Cliente. Dando un’occhiata in seguito alle foto, mi accorsi che sui volantini era specificato, tra i contatti, il nome di un referente che coincideva con quello dell’uomo che stavo sorvegliando. Il foglio recava persino il numero di cellulare, il medesimo che il mio sorvegliato aveva fornito alla Cliente in sede di assunzione: era chiaro che l’uomo stava prestando servizio presso un’azienda in concorrenza a quella cui era dipendente.

Data la difficoltà nel mettere a fuoco soggetti in movimento, lo smartphone viene utilizzato in particolare per fotografare immobili, soprattutto quando si stanno svolgendo i classici sopralluoghi informativi (trattati nei prossimi articoli).
Non è raro però che l’investigatore adoperi la fotocamera del telefono anche durante un servizio di pedinamento, in particolare per immortalare soggetti più o meno fermi all’interno di uno spazio ridotto o affollato (ad esempio all’interno di un vagone della metropolitana o all’interno di un supermercato).
Specializzatevi dunque a scattare fotografie e girare filmati con il vostro cellulare senza essere notati da nessuno.

Come già illustrato nell’articolo LA REGOLA FONDAMENTALE DEL DETECTIVE, è importante proteggere voi stessi.

Per un investigatore scattare una fotografia equivale al gesto di sparare per un cacciatore, prima bisogna pensare alla difesa e poi all’attacco.

Prima di filmare o scattare una fotografia assicuratevi che nessuno vi stia osservando. Non è sufficiente che il vostro sorvegliato non se ne accorga, anche chi vi sta intorno non deve comprendere il gesto perciò dovete mascherarlo con atteggiamenti che dissimulino quello che state facendo.

Stavo seguendo una donna per un caso di concorrenza sleale. Dopo alcuni giorni di pedinamento la pizzicammo insieme a due dirigenti di una ditta che aveva il medesimo oggetto sociale di quello della società mia Cliente. I tre fecero ingresso in un bar e sedettero a un tavolino. Entrai anch’io e ordinai una birra presso il bancone ma non potevo immortalare la scena dei tre seduti al tavolo con la mia fotocamera. Estrassi dunque il mio smartphone Samsung Galaxy S III e avviai la registrazione video: con noncuranza mi portai il telefono all’orecchio e mi comportai come se avessi in corso una conversazione. In realtà stavo filmando tutta la scena e dal video era possibile ascoltare i dialoghi dei tre interlocutori: stavano discutendo su quale fosse il metodo più efficace per sottrarre dipendenti all’azienda del mio Cliente. Grazie a queste prove la donna fu smascherata e costretta a dimettersi.

Sembra un consiglio banale ma la cosa migliore in questi casi è esercitarvi davanti allo specchio di casa vostra: solo in questo modo potrete verificare il livello di mimetizzazione che avete raggiunto, oppure potete chiedere ai vostri amici di darvi un parere.
Consiglio sempre ai miei collaboratori di allenarsi a nascondere i propri movimenti: il trucco è comportarvi esattamente nel modo in cui la gente si aspetta che vi comportiate, senza che le persone percepiscano che in realtà state scattando una fotografia o girando un video.
Esercitandovi con gli amici di sempre il compito sarà più semplice poiché non avrete l’ansia causata dalla necessità di “non farvi scoprire”. Il tutto, al massimo, si concluderebbe con una risata e una birra offerta ai vostri cari.

Esistono diverse applicazioni disponibili per Apple e Android che vi facilitano l’incombenza e permettono di scattare una fotografia senza emettere rumori e oscurando lo schermo: tra queste vi ricordo Spy Camera, Sneakypix per Apple e Stealth Cam e Mobile Hidden Camera per Android.
Chi possiede un IPhone ha la possibilità di aprire la fotocamera e far scendere la tendina del centro notifiche: in questo modo sarà possibile visionare in sottofondo quello che l’obiettivo sta inquadrando ma lo schermo principale mostrerà sempre il vostro centro notifiche. A questo punto sarà sufficiente premere il tasto “+” o il tasto “-” del volume per scattare la fotografia senza essere notati da chi vi sta intorno, sempre che abbiate posto il telefono in modalità silenziosa.

Un altro motivo che rende lo smartphone indispensabile è la possibilità di collegarsi a internet dovunque vi troviate. Come ho già spiegato nel mio e-book L’INVESTIGATORE DEL WEB, scaricabile gratuitamente dal sito, oggi la rete riveste un’importanza capitale. Un dispositivo che permetta di navigare in internet anche quando si è lontani dalla scrivania è utile a qualsiasi investigatore: potrete eseguire visure di targhe o immobili in tempo reale, ricercare informazioni su un nominativo appena udito durante un pedinamento, utilizzare la mappa di Google come navigatore satellitare e via dicendo.

Ricordatevi di porre il cellulare in modalità silenziosa: quando si avvia la registrazione di un video o quando si scatta una fotografia lo smartphone emette dei suoni inconfondibili e verreste scoperti. Inoltre capita spesso di ritrovarsi appostati in territori particolarmente ostili e una suoneria a tutto volume non farebbe altro che attirare l’attenzione. Allo stesso tempo è necessario tenere il telefono vicino a sé, o quanto meno azionare la modalità “vibrazione”: non vorrete perdervi la chiamata del collega intenzionato ad avvertirvi che il vostro sorvegliato sta uscendo di casa vero?

Dotate sempre la vostra autovettura di un carica-batterie per cellulare, se invece possedete un modello vecchio (che comunque sconsiglio!) portate con voi una batteria di riserva. I cellulari di nuova generazione tendono a consumare la carica facilmente (sono progettati per invitarvi ad acquistare al più presto il nuovo modello) e l’investigatore moderno non può permettersi il lusso di rimanere senza, per questo motivo procuratevi anche un carica batterie portatile normalmente in commercio presso la grande distribuzione.
Ultima, ma non ultima, funzione del vostro smartphone è quella del registratore vocale. Essa è talmente importante che dedicheremo ad essa il prossimo paragrafo.

2. IL REGISTRATORE VOCALE
Mi sono accorto che molti investigatori utilizzano ancora il vecchio taccuino e una penna per annotare quello che accade durante un pedinamento. E’ una cosa davvero incredibile dal momento che la tecnologia moderna ha messo a disposizione uno strumento così potente per “prendere appunti”: il registratore vocale.
Ricordo ancora la mia incredulità quando, durante i miei primi pedinamenti, io registravo a voce e in tempo reale tutto quello che accadeva durante l’indagine mentre i miei colleghi prendevano nota su un taccuino e a distanza di tempo, con il rischio di dimenticare orari, percorsi ecc.
E’ vero, la penna e l’agendina sono ancora indispensabili e non devono mai mancare nel corredo di un detective ma devono essere utilizzate in occasioni isolate, ad esempio quando il collega vi trasmette per telefono una targa, un’informazione oppure un indirizzo. Trovo assurdo che lapis e blocco vengano adoperati per riportare fatti che dovranno essere inseriti in un report da presentare in tribunale: essere costretti ad attendere un istante di tregua per poter scrivere su un bloc-notes quello che è accaduto tempo prima è diverso dal raccontare un’azione in tempo reale attraverso il registratore. Quest’ultimo vi permette di essere estremamente precisi, non perderete una singola azione del vostro sorvegliato e il cliente non potrà che apprezzare il risultato. Inoltre qualora il vostro rapporto fosse consegnato a un giudice, quest’ultimo constaterà la scrupolosità del lavoro e risultereste inattaccabili.

3. PENNA E TACCUINO
Come detto il registratore vocale ha sostituito lapis e agendina, ma non in toto. E’ necessario che questi non manchino nel corredo di un investigatore privato. Se siete in collegamento telefonico con un collega e dovete segnare un’informazione veloce, foglio e penna sono fondamentali. Di solito si tratta di una targa di un’autovettura, di un orario, di un indirizzo o di un nominativo.
Oggi tra gli operatori in servizio è molto utilizzata l’applicazione WhatsApp per scambiarsi informazioni. E’ gratuita e permette di rimanere in contatto con il compagno in maniera silenziosa: come già detto durante un appostamento meno frastuono si produce meglio è.
Può capitare che disgraziatamente il vostro smartphone esaurisca la batteria e senza una penna e un foglio a disposizione rischierete di compromettere un’intera giornata di lavoro. Consiglio di dotarsi anche di un registratore digitale vero e proprio da utilizzare quando altri strumenti non sono disponibili.

4. BINOCOLO
Un altro elemento imprescindibile è il binocolo. Ho notato che molti investigatori ne fanno a meno ma si complicano inutilmente la vita. Il binocolo permette al detective di osservare particolari altrimenti invisibili in lontananza, consentendogli di rimanere distante dal proprio sorvegliato e quindi maggiormente protetto.

Seguivo un uomo per conto della moglie. La donna dopo aver visionato strani sms sul cellulare del coniuge sospettava che egli avesse un’amante in una città distante dal loro domicilio.
Una mattina il nostro pedinato si recò presso una cassetta postale e imbucò una lettera dopo aver indugiato per diverso tempo. Poco prima ero riuscito a leggere attraverso il binocolo l’indirizzo di destinazione: si trattava di una città molto distante dal domicilio dell’indagato e la cliente asseriva di non avere alcun legame con l’area in questione. Era probabile che l’uomo avesse spedito una missiva alla sua “seconda” amata.
Quando la committente dovette assentarsi per una settimana a causa di un impegno lavorativo, il fedifrago non perse tempo e raggiunse l’amante proprio all’indirizzo che avevamo carpito con il binocolo. Conoscerlo in anticipo aveva notevolmente semplificato il pedinamento.

Alcuni colleghi sostengono che il binocolo incrementi il rischio di essere notati dai passanti o dal vicinato. Questo è vero ma un buon detective, come spiegato in precedenza, deve sapere prima di tutto difendersi: dovete essere sicuri che nessuno vi stia osservando.
Tuttavia anche in quest’ultimo caso sarà possibile estrarre il binocolo senza essere notati: basterà esercitarsi a mascherare la mossa come quando si deve scattare una fotografia di nascosto.
Solitamente reggo il binocolo con la mano destra e allungo il braccio sinistro all’altezza degli occhi dando ai passanti l’impressione che mi sto “stiracchiando” ma intanto osservo la scena a lunga distanza. Il gesto ovviamente deve durare pochi secondi.

Il binocolo vi permette di osservare in maniera ravvicinata il volto del vostro sorvegliato rivelandovi il suo stato d’animo e altri particolari altrimenti invisibili da lontano. Potete inoltre farvi un’idea sull’abbigliamento indossato dall’indagato, sull’entità di un oggetto che tiene in mano e infine carpire targhe di autovetture che transitano a parecchi metri di distanza.

Inutile dire che utilizzando lo zoom di una fotocamera si possono ottenere i medesimi risultati: un binocolo risulta però maggiormente dissimulabile.

Ecco infine un piccolo trucco che mi insegnò uno dei miei primi capi: con il binocolo è possibile trasformare il vostro smartphone in una fotocamera ad ampia escursione focale, ovviando così alla difficoltà delle fotocamere dei telefoni a scattare foto a lunga distanza.
Come? Niente di più semplice. Basterà avviare l’applicazione fotocamera e far combaciare l’obiettivo del vostro telefono con uno degli oculari del binocolo, osservare la scena dallo schermo del cellulare e scattare la fotografia. Nella foto sotto viene presentata la tecnica corretta:


Ovviamente un bravo investigatore avrà con sé una bella fotocamera ad ampia escursione focale (vero?) e non dovrà mai ridursi ad adoperare questa pratica, utile comunque nelle situazioni “disperate”.

Mancano ancora diversi strumenti alla lista delle attrezzature utili al detective perciò non perdetevi la seconda parte dell’articolo che sarà messa on-line settimana prossima.



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