by Andrea Frighi
Nel corso di queste lezioni hai imparato ad approcciare uno sconosciuto, a sapere sempre cosa dire dopo i primi istanti di conversazione, a riconoscere chi è più ricettivo e a suscitare nell’intervistato rilassamento e curiosità.
Ora è il
momento di ottenere l’informazione che ti serve.
Analizziamo
alcune tecniche potentissime per attrarre l’interlocutore e portarlo a
discutere di ciò che vuoi, senza che se ne renda conto.
Si precisa
che la conoscenza di queste tecniche è fondamentale per poter riconoscere un
attacco e potersi difendere da una persuasione messa in atto da un soggetto
potenzialmente pericoloso.
EMPATIA
Questa è la
qualità fondamentale del detective che vuole ottenere informazioni. Ti ho
spiegato come, per risultare interessante, tu debba essere te stesso e
mostrarti una persona di valore e questa è una regola che non tramonta mai.
Se vuoi
ottenere informazioni però ad un certo punto devi sfoderare una delle migliori
doti dell’investigatore: la capacità di provare empatia.
Provare empatia significa semplicemente fare un passo indietro.
Sii una persona di valore, non smettere di sostenere una tua idea MA ad un
certo punto, se ti accorgi di non arrivare al risultato, PONITI SULLO STESSO
PIANO DELL’INTERLOCUTORE o, all’occorrenza, A UNO INFERIORE.
Cerca di
rassomigliargli, utilizza il suo stesso registro linguistico, asseconda le
ideologie che lui considera importanti anche se non le condividi. Questo lo
tranquillizzerà e lo convincerà a proseguire nella conversazione.
Il tuo obiettivo è quello di ottenere l’informazione che ti
serve, non preoccuparti se qualche volta devi mostrarti per ciò che non sei,
oppure se talvolta devi apparire “goffo” o “bisognoso”: se è per ottenere ciò
che vuoi (e cioè l’informazione), è più che giustificato.
Una esperta investigatrice mi ha
raccontato che per poter scattare fotografie a una palazzina inaccessibile in
pieno giorno, si è finta un’ “impedita” alla guida e ha tentato più volte una
manovra di parcheggio senza riuscirci. In questo modo i presenti erano tutti
concentrati su di lei (oltre a ridere di gusto per le “goffe” manovre) e
nessuno faceva caso al collaboratore adagiato sul sedile posteriore, il quale
scattava a raffica una serie di fotografie probatorie per il servizio in
essere. Inutile dirti che l’investigatrice era in realtà una grande pilota
nonché maestra nell’arte del sorpasso.
L’empatia è
l’arma più potente che esista, non solo per ottenere informazioni
ma anche nella vita di tutti i giorni, magari per ottenere favori. Provando
empatia farai sentire a suo agio l’interlocutore, ti vedrà come una persona
molto simile a lui e non avrà difficoltà a seguitare la conversazione.
Faccio un esempio pratico: se devi ottenere informazioni da una
persona abituata a comandare (un datore di lavoro, un dirigente ecc.) giungerai
più facilmente al risultato se ti poni a un livello più basso del suo, quasi
con reverenza, poiché lo farai sentire a suo agio in quanto abituato a trattare
con “sottoposti”. Ricorda sempre che l’empatia deve essere
utilizzata successivamente, solo se con gli atteggiamenti che
ti ho insegnato non arrivi al risultato: se noti che il tuo fare deciso
infastidisce l’interlocutore, cambia condotta e modula il tuo modo di essere in
base a ciò che credi “piaccia” all’interlocutore. E’ una tecnica potentissima,
l’altro non se ne renderà nemmeno conto, accrescerai il suo orgoglio e otterrai
più facilmente l’informazione che ti serve.
Empatizzare
significa anche modulare la tua energia in base a quella dell’interlocutore, trovare quindi una sorta di equilibrio energetico.
Per un detective è più facile socializzare con chi ha un’energia bassa (poiché
l’investigatore arriverà portando energia) e di solito chi possiede una bassa
energia è più manipolabile. Questo non significa che non puoi conversare con
qualcuno che ha un alto livello energetico, basta sapersi adeguare.
Andiamo ora
ad osservare altre tecniche di manipolazione utilizzate dai più famigerati
hacker sociali, i quali fanno leva sulla paura, sulla finta gentilezza, sulla
simpatia e sulla familiarità per ottenere ciò che vogliono. Da investigatore
dovrai essere in grado di sfruttare queste armi a tuo vantaggio, ribadendo
ancora una volta che lo farai solo per ottenere un’informazione utile alla tua
indagine, oppure per riconoscere chi sta cercando di ottenere informazioni
riservate su di te.
1. FAMILIARITÀ
La familiarità è un concetto molto potente, uno dei più potenti
per ottenere informazioni. Chiunque è
ben disposto a conversare con qualcuno che gli assomiglia e che ha i suoi
stessi gusti. Come ripetuto più volte, non è vero che gli
opposti si attraggono, anzi.
Se vuoi
ottenere informazioni da qualcuno non c’è niente di meglio che fargli credere
di essere come lui, di pensare come lui, di vestirti come lui. Quanto più
“assomigli” al tuo interlocutore più informazioni riuscirai ad ottenere.
2. RECIPROCITÀ
Il principio
di reciprocità è molto semplice da spiegare.
Se tu fai un favore a qualcuno, nel 99% dei casi l’altro si
sentirà in dovere di restituirtelo. E’ un meccanismo su cui fanno leva i più
famigerati “ingegneri sociali”. Iniettano
nell’interlocutore l’idea di avergli fatto un favore (senza averlo fatto
veramente) in modo che l’altro sia ben disposto nei suoi confronti.
Gli esempi
pratici verranno presentati nei prossimi articoli.
3. SCARSITÀ
Tutti noi
sappiamo che una persona poco reperibile è spesso più “inseguita” di una sempre
disponibile. Questo accade perché ai nostri occhi la persona irreperibile
appare impegnata e quindi richiesta da molte persone. E se è richiesta da molte
persone, siamo soliti attribuirle un valore superiore a quello reale.
Questo è il
principio della scarsità: più una cosa
è scarsa, più diventa appetibile. Pensate alle code che si
formano fuori dai centri commerciali al momento dell’uscita del nuovo modello
di IPhone. Le persone sono disposte a dormire al freddo pur di accaparrarsi,
prima degli altri, il nuovo modello di telefonino perché sanno che dovranno
aspettare settimane prima che ne escano di nuovi. Apple gioca molto su questa
tecnica: rende il suo smartphone una risorsa “scarsa”
e la stessa viene percepita come di maggior valore.
Per ottenere informazioni si può giocare su questo principio,
facendo credere all’intervistato di essere una persona “richiesta” e poco
reperibile.
Molti titolari d’azienda si fingono “impegnati”, “in riunione” o
“irreperibili” per innalzare il loro valore.
4. L’AUTORITÀ
Se
l’interlocutore ti percepisce come un’autorità in un determinato settore,
allora non farà fatica a credere a quello che dici e a considerarti una persona
di valore.
L’autorità può essere reale, come nel caso di un qualsiasi
professionista che svolge con serietà il proprio mestiere.
Molte volte
però l’autorità può essere sfruttata in maniera fittizia per ottenere
informazioni. Di fatti non è importante che tu sia davvero un’autorità in un
determinato settore, l’importante è che ti percepiscano come tale.
5. PRINCIPIO
DELLA COERENZA
Significa che
se una persona ha già mosso dei piccoli passi verso la nostra direzione, allora
sarà più portata a compiere un passo di maggior “peso”.
In soldoni
vuol dire semplicemente che chi ci ha già fatto piccoli favori, sarà più
portato a farne degli altri, anche più grandi, semplicemente per mostrarsi
coerente con se stesso.
Spesso esperti hacker sociali, per ottenere “grandi” favori,
partono col chiedere favori di portata inferiore, piccole cose, in modo da
centrare il vero obiettivo alla fine, quello che renderà il suo intervistato
una “vittima”.
E’ nella
natura umana il volersi sentire coerente. Provate a pensare a quante
volte siete stati accusati di incoerenza quando in realtà pensavate di essere
nel giusto. Questo perché l’incoerenza è la caratteristica maggiormente
percepita dagli esseri umani e per essere accusati è sufficiente contraddirsi
di pochissimo e per una volta sola. Anche se per il resto della vostra vita vi
siete comportati in maniera coerente, quell’unica
volta verrete etichettati come incoerenti. Molto spesso
accade che persino noi stessi non percepiamo la nostra incoerenza. Pensate a
quelle persone che dicono di odiare la routine e poi cercano a tutti i costi un
posto fisso di lavoro, anche quando avrebbero altre opportunità.
La “voglia di
coerenza” è l’aspetto maggiormente sfruttato per far leva su una persona: se qualcuno
muove dei piccoli passi nella nostra direzione, quando gli chiederemo di farne
uno più grande, difficilmente rifiuterà poiché si sentirebbe incoerente e
dovrebbe chiedersi che cosa allora lo ha portato a compiere i passi precedenti.
Pensate alla
tecnica pubblicitaria del “soddisfatto o rimborsato”. Soprattutto
nel campo della formazione, esistono alcuni corsi che permettono al Cliente di
recuperare tutto il denaro speso per il training dopo la prima giornata se non
è piaciuta. Pochissime persone usufruiranno di questo “bonus”. Infatti
preferiscono spendere centinaia di euro per qualcosa che magari non interessa
piuttosto che mostrarsi incoerenti e dover giustificare il perché si era
intrapresa una determinata scelta.
So cosa stai
pensando: “io non sono così!”. Ovviamente tu non lo sei (o magari sì) ma, come
già visto, l’investigatore deve basarsi sulla maggiore
probabilità nelle sue scelte, e la maggioranza delle persone agisce in codesta
maniera.
Ci tengo
inoltre a precisare che la tecnica pubblicitaria sopra descritta non è
truffaldina in quanto, la maggior parte delle volte, il prezzo viene realmente
rimborsato per intero, perciò l’imprenditore che la utilizza si assume un
grande rischio, a fronte dell’autenticità della sua offerta. Chi ne fa uso di
solito vende un prodotto realmente valido!
6. PRINCIPIO
DEL CONSENSO
Quando un
numero di persone sufficientemente grande compie un certo tipo di azioni, la
maggior parte delle persone le considerano “giuste”.
E’ triste, ma questo principio è valido nel 99% dei casi. E noi
investigatori dobbiamo imparare a sfruttarlo.
Pensiamo agli
adolescenti che fumano sigarette. Credo che a nessuno sia piaciuto
mettere in bocca una sigaretta per la prima volta, anzi probabilmente è stato
disgustoso. Eppure abbiamo continuato a farlo fino all’età adulta. All’inizio
non abbiamo provato perché ci piaceva. Lo abbiamo fatto per “assimilarci” al
gruppo oppure perché eravamo semplicemente incuriositi. Ma lo eravamo perché
intorno a noi molti avevano provato e inconsciamente abbiamo “accettato” questa
azione.
In parole
povere se fai percepire all’interlocutore che una determinata azione è stata
accettata da più persone, allora sarà portato a compierla a sua volta (o
comunque sarà più semplice fargliela accettare).
Come al
solito non è importante che sia vero, è sufficiente farlo credere.
PARLARE
DELL’ARGOMENTO VOLUTO
Per arrivare
a parlare dell’argomento voluto (cioè del tuo bersaglio – sia
esso un soggetto o un’azienda) purtroppo non
esistono particolari tecniche, tutto dipende dalla tua
inventiva e da quanto sarai bravo a introdurre l’argomento come fosse un fatto
naturale. Come hai visto, ciò in parte dipende dalla scusante di approccio che
hai utilizzato.
In realtà è possibile utilizzare la cosiddetta “tecnica del
ponte”. Altri non è che la capacità di introdurre
l’argomento partendo da lontano ed osservare la reazione dell’interlocutore,
per capire se è ben intenzionato a parlarne oppure no.
Facciamo un esempio pratico. Poniamo che all’interno di una
conversazione, dove si sta dialogando intorno ai viaggi, io voglia parlare di
calcio. La conversazione si svolgerà più o meno così.
Interlocutore:
“Dove sei stato in vacanza l’anno scorso?”
Io: “Sono
stato in Grecia. E’ stato bellissimo. Tu invece dove sei andato in vacanza?”
Interlocutore:
“Sono stato a Madrid”
Io: “Ah sì,
dove l’Inter ha vinto la sua ultima Champions League”
A questo
punto hai introdotto l’argomento “calcio” partendo da qualcosa di completamente
diverso. Osservi la reazione dell’interlocutore e cerchi di capire se è ben
disposto a parlarne o meno.
Questo è un
esempio banale, ma fa comprendere abbastanza bene cosa sia la tecnica del
ponte.
Bene! Le lezioni teoriche sono terminate. Dalla prossima
settimana proporrò una serie di reali attacchi prodotti da hacker sociali nel
corso del tempo, i quali ottengono informazioni dalle persone per scopi
criminali (non come noi detective!). Esempi pratici ti permetteranno di capire
a fondo quanto sia reale il pericolo cagionato da questi individui, e quanto
sia importante (soprattutto per un’azienda) saperli riconoscere in tempo,
prevenendo danni che risultano spesso irreparabili.
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