martedì 21 novembre 2017

COME OTTENERE INFORMAZIONI SU PERSONE: I 4 GRANDI SEGRETI






by Andrea Frighi

Eccoci alla prima vera lezione su come ottenere informazioni utili all’indagine, semplicemente conversando con le persone.

Che l’interlocutore sia uomo o donna, giovane o anziano, operaio o dirigente, le caratteristiche e le conoscenze che un detective deve possedere per raggiungere lo scopo sono le medesime. Poi sarà sufficiente destreggiarsi a seconda di chi si ha davanti.
In questo articolo spiegherò quali sono i 4 grandi segreti per ottenere ed estrapolare l’informazione cruciale per la vostra indagine semplicemente conversando con le persone.
Proprio così, CONVERSANDO! Esistono tecniche di interrogatorio adoperate dagli agenti delle Forze dell’Ordine oppure interviste ermeneutiche impiegate dai più bravi psicologi giuridici. Qui però non interessano.
Noi siamo investigatori e, in quanto tali, abbiamo bisogno di un’informazione specifica, da ottenere non con la forza ma con il “fascino”, con il dialogo persuasivo, con l’emozione.
Le tecniche illustrate da qui in poi sono utili per ottenere QUALSIASI informazione da una persona ma soprattutto è utile mostrarle perché voi possiate riconoscerle e quindi difendervi nel caso ne foste vittima.
Prima di tutto un piccolo appunto. Insegnandovi queste pratiche non mi ritengo responsabile dell’utilizzo che ne farete. I miei insegnamenti sono rivolti soprattutto agli investigatori i quali, come si sa, agiscono per una nobile causa, ma anche a tutti gli altri che vogliono imparare a difendersi da esse: sappiate che nei prossimi articoli tratterò di accorgimenti messi in pratica dai più pericolosi ingegneri sociali perciò conoscerli diventa necessario al fine di prevenirli ed evitare di essere colti alla sprovvista.
Come spiegato più volte, il miglior attacco nel nostro caso è la difesa. Non riesco ad immaginare un detective che si lascia raggirare da tecniche di ingegneria sociale.
Allora incominciamo con il primo grande segreto. Mettetevelo bene in testa perché è il più importante, è la base su cui poggiano tutte le tecniche successive.


1. NON È IMPORTANTE QUELLO CHE DITE, È IMPORTANTE COME LO DITE

Ebbene sì, ormai sappiamo tutti che il linguaggio non verbale è molto più importante della parola. Numerosi studi dimostrano come l’uomo si esprima in percentuale maggiore con il linguaggio del corpo piuttosto che con quello verbale.
E’ inutile però dilungarsi ad analizzare queste teorie.
L’importante è sapere che un investigatore, quando deve ottenere informazioni da una persona, preferisce un approccio emozionale piuttosto che razionale.
Il detective deve comunicare con le emozioni, non con la parola.
Se ci fate caso ormai, nella vita di tutti i giorni non ha più importanza (ahimè!) la correttezza o la veridicità del contenuto (cioè di quello che dite). Se non esprimete “BENE” un concetto avrete sempre e comunque torto.
Ovviamente se un medico rinomato si ritrova ad essere il conferente di punta in un congresso in medicina, in quel caso il contenuto conserverà ancora la sua importanza, ma se durante la conferenza l’esperto non esprime bene i concetti che vuole illustrare state certi che passerà per incompetente.
Nella vita di tutti i giorni funziona allo stesso modo. Vi sarà sicuramente capitato di ritrovarvi nel bel mezzo di una discussione di gruppo e di dover sostenere una vostra tesi. Bene. All’interno di un gruppo esiste sempre quella persona che, qualunque cosa sostenga, riesce ad ottenere il consenso. Nonostante questo soggetto, secondo voi, stia affermando una serie di scempiaggini nessuno osa contrastarlo e tutti tendono a stare dalla sua parte anziché dalla vostra.
Sapete perché? PERCHE’ SA VENDERE QUELLO CHE DICE! Attraverso il suo atteggiamento, la sua sicurezza e la sua esposizione ottiene il consenso, la benevolenza del gruppo e la maggior parte dei componenti gli darà ragione, a prescindere dal contenuto (parliamoci chiaro: se raccontate di avere incontrato un marziano e di averci bevuto un caffè insieme sareste poco attendibili nonostante la bella esposizione!). E voi, nonostante sapete benissimo che quanto sostenete è corretto, uscite sconfitti e a testa bassa dalla discussione.

Ricordo che quando ero ancora un timido studente avevo cercato di far valere un ragionamento all’interno del mio gruppo di amici, citando precisi articoli di legge a sostegno della mia tesi. Ne uscii incredibilmente sconfitto, nonostante il codice penale mi desse ragione. Da allora ho cominciato a riconsiderare le mie modalità di esposizione e a valutare che forse la colpa non era degli altri, ma mia.

In un gruppo di amici però contano anche altre cose: l’autorevolezza che avete raggiunto fino a quel momento, le amicizie e le rivalità che si creano, le relazioni nate o mancate e tutto il resto.
Vi do una bella notizia: da investigatori non avrete di questi problemi. La persona che dovrete approcciare sarà un completo sconosciuto. E uno sconosciuto NON VI CONOSCE! Per cui dipenderà soltanto da voi, basta sapersi vendere.
Nel corso della nostra disamina spiegherò come ottenere l’effetto sperato, concentrandoci sul linguaggio del corpo, il portamento, il tono di voce e la sicurezza nell’esposizione. Per ora vi basti sapere questo: la sicurezza, la tranquillità con cui esponiamo e l’empatia verso l’interlocutore sono molto più importanti del contenuto! E’ necessario quindi ATTRARRE, SEDURRE il soggetto (esattamente come noi maschietti cerchiamo di fare con le fanciulle e viceversa).

2. PER OTTENERE L’EFFETTO SPERATO DOVRETE MODIFICARE LE VOSTRE CONVINZIONI
Purtroppo è così, se continuate a pensare che non riuscite ad emergere in una discussione per colpa degli altri, o che non riuscite ad attrarre un interlocutore perché siete sfortunati, allora ricredetevi!
La colpa è soltanto vostra.
Se siete, come dire, dei “seduttori naturali” allora siete già un bel pezzo avanti nell’ottenere informazioni dalle persone, se non lo siete allora dovete diventarlo! Io che non sono mai stato un drago nelle discussioni, oggi, grazie all’esperienza acquisita sul campo in anni di lavoro, riesco ad ottenere la maggior parte delle informazioni utili all’indagine semplicemente conversando, senza obbligare o forzare nessuno, trattando tutti con il massimo rispetto.

Preciso che questo mi ha migliorato anche nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni con le persone e, da imprenditore, nei rapporti con clienti e fornitori.
Voi non dovrete nemmeno ripetere i miei stessi errori, dal momento che vi troverete le tecniche e i modi già belli pronti.

3. NON POTETE OTTENERE ALCUNA INFORMAZIONE SE PRIMA NON AVETE INVENTATO UNA SCUSANTE D’APPROCCIO
Questo segreto è tanto semplice e banale quanto complicato da mettere in atto, soprattutto se non siete persone spigliate ma al contrario molto timide.
Spesso per un detective novello la fase dell’approccio è considerata la parte più difficile.

Scopriremo insieme che non è affatto così: l’approccio causa una certa ansia ma una volta superata sarà gestibile senza problemi. E’ un po’ come guidare un’autovettura: quanto eravate preoccupati durante le vostre prime guide? Ora potete stare al volante senza pensieri poiché l’ansia è sparita e l’abitudine ha preso il sopravvento. Per l’ansia d’approccio è esattamente la stessa cosa e vedremo come batterla.

4. SONO NECESSARIE DETERMINATE QUALITA’ PER OTTENERE INFORMAZIONI DALL’INTERLOCUTORE
Ebbene sì, è necessario acquisire determinate capacità e abilità se volete tuffarvi in questo mondo così affascinante. E’ per questo che ho preparato una lista di tutto quello che andrò ad insegnarvi: sono conoscenze o qualità da acquisire in ordine di importanza.

Ovviamente alcuni di voi saranno già esperti in vari ambiti: queste persone possono saltare le parti che non interessano e passare direttamente a quelle successive. Mi raccomando però: siate sinceri con voi stessi. Non saltate un articolo soltanto perché credete di essere ferrati anche se non lo siete, riflettete bene guardandovi dentro.

Il tutto sarà condito, come al solito, da casi realmente accaduti e da trascrizioni integrali di dialoghi sostenuti con l’interlocutore (modificati quel tanto che basta per renderli irriconoscibili, a fini privacy delle persone coinvolte). Oltre a questo mi è parso utile inserire all’interno di ogni tematica trattata, esercizi mirati da praticare sul campo: le capacità si acquisiscono con l’esperienza e la pratica. Se non fate gli esercizi proposti rimarrete soltanto dei teorici della comunicazione.

Ecco in sostanza quello che dovrete essere capaci di fare se volete ottenere informazioni dai vostri interlocutori:
·         SUPERARE LA TIMIDEZZA E ACQUISIRE UNA CERTA SICUREZZA IN SE STESSI (superare le proprie “credenze limitanti”, cambiare atteggiamento e imparare a socializzare, migliorare realmente la propria vita per rendersi interessanti).
·         PRIMA DELL’APPROCCIO: LO STUDIO DEL SOGGETTO (le informazioni del cliente, i social network, le banche dati, il pedinamento, dumpster diving).
·         LA FASE DELL’APPROCCIO (l’atteggiamento durante l’approcciocosa dire durante un approcciosuperare l’ansia d’approccio).
·         METODI E TECNICHE PER NON RIMANERE MAI SENZA PAROLE DOPO IL PRIMO APPROCCIO E CREARE FIDUCIA NELL’INTERLOCUTORE.
·         DOPO L’APPROCCIO: INDURRE RILASSAMENTO E CURIOSITA’.
·         I SEGNALI CHE LANCIA L’INTERLOCUTORE: INTERPRETARLI PER CAPIRE CHI APPROCCIARE E COME PROSEGUIRE LA CONVERSAZIONE.
·         TECNICHE POTENZIANTI PER OTTENERE INFORMAZIONI
·         LA FASE DELL’ATTACCO E L’OTTENIMENTO DELL’INFORMAZIONE.
·         IL MOMENTO SUCCESSIVO ALL’ATTACCO E IL COMMIATO.


Per oggi abbiamo concluso. Da settimana prossima entreremo nel vivo.


Sitografia:

Nessun commento:

Posta un commento