by Andrea Frighi
Eccoci alla prima vera lezione su come ottenere informazioni utili all’indagine, semplicemente conversando con le persone.
Eccoci alla prima vera lezione su come ottenere informazioni utili all’indagine, semplicemente conversando con le persone.
Che l’interlocutore sia uomo o donna,
giovane o anziano, operaio o dirigente, le caratteristiche e le
conoscenze che un detective deve possedere per raggiungere lo scopo sono le
medesime. Poi sarà sufficiente destreggiarsi a seconda di chi si ha
davanti.
In questo articolo spiegherò quali
sono i 4 grandi segreti per ottenere ed estrapolare
l’informazione cruciale per la vostra indagine semplicemente
conversando con le persone.
Proprio così, CONVERSANDO! Esistono tecniche di
interrogatorio adoperate dagli agenti delle Forze dell’Ordine oppure interviste
ermeneutiche impiegate dai più bravi psicologi giuridici. Qui però non
interessano.
Noi siamo investigatori e, in quanto
tali, abbiamo bisogno di un’informazione specifica, da ottenere non con
la forza ma con il “fascino”, con il dialogo persuasivo, con l’emozione.
Le tecniche illustrate da qui in poi sono utili per
ottenere QUALSIASI informazione da una persona ma soprattutto è utile mostrarle
perché voi possiate riconoscerle e quindi difendervi nel caso ne foste vittima.
Prima di tutto un piccolo appunto. Insegnandovi
queste pratiche non mi ritengo responsabile dell’utilizzo che ne farete. I
miei insegnamenti sono rivolti soprattutto agli investigatori i quali, come si
sa,
agiscono per una nobile causa, ma anche a tutti gli altri che vogliono imparare
a difendersi da esse: sappiate che nei prossimi articoli tratterò di
accorgimenti messi in pratica dai più pericolosi ingegneri sociali perciò
conoscerli diventa necessario al fine di prevenirli ed evitare di essere colti
alla sprovvista.
Come spiegato più volte, il
miglior attacco nel nostro caso è la difesa. Non riesco ad immaginare un
detective che si lascia raggirare da tecniche di ingegneria sociale.
Allora incominciamo con il primo grande
segreto. Mettetevelo bene in testa perché è il più importante, è la base su cui
poggiano tutte le tecniche successive.
1. NON È IMPORTANTE QUELLO CHE DITE, È
IMPORTANTE COME LO DITE
Ebbene sì, ormai sappiamo tutti
che il linguaggio non verbale è molto più importante della parola.
Numerosi studi dimostrano come l’uomo si esprima in percentuale maggiore con il
linguaggio del corpo piuttosto che con quello verbale.
E’ inutile però dilungarsi ad analizzare queste
teorie.
L’importante è sapere che un
investigatore, quando deve ottenere informazioni da una persona, preferisce un
approccio emozionale piuttosto che razionale.
Il detective deve comunicare con le
emozioni, non con la parola.
Se ci fate caso ormai, nella vita di tutti i giorni
non ha più importanza (ahimè!) la correttezza o la veridicità del contenuto
(cioè di quello che dite). Se non esprimete “BENE” un concetto avrete sempre e
comunque torto.
Ovviamente se un medico rinomato si ritrova ad essere
il conferente di punta in un congresso in medicina, in quel caso il contenuto
conserverà ancora la sua importanza, ma se durante la conferenza l’esperto non
esprime bene i concetti che vuole illustrare state certi che passerà per incompetente.
Nella vita di tutti i giorni funziona allo stesso
modo. Vi sarà sicuramente capitato di ritrovarvi nel bel mezzo di una
discussione di gruppo e di dover sostenere una vostra tesi. Bene. All’interno
di un gruppo esiste sempre quella persona che, qualunque cosa sostenga, riesce
ad ottenere il consenso. Nonostante questo soggetto, secondo voi, stia
affermando una serie di scempiaggini nessuno osa contrastarlo e tutti tendono a
stare dalla sua parte anziché dalla vostra.
Sapete perché? PERCHE’ SA VENDERE QUELLO
CHE DICE! Attraverso il suo atteggiamento, la sua sicurezza e la sua
esposizione ottiene il consenso, la benevolenza del gruppo e la maggior
parte dei componenti gli darà ragione, a prescindere dal contenuto (parliamoci
chiaro: se raccontate di avere incontrato un marziano e di averci bevuto un
caffè insieme sareste poco attendibili nonostante la bella esposizione!). E
voi, nonostante sapete benissimo che quanto sostenete è corretto, uscite
sconfitti e a testa bassa dalla discussione.
Ricordo che quando ero ancora un timido studente avevo
cercato di far valere un ragionamento all’interno del mio gruppo di amici,
citando precisi articoli di legge a sostegno della mia tesi. Ne uscii
incredibilmente sconfitto, nonostante il codice penale mi desse ragione. Da
allora ho cominciato a riconsiderare le mie modalità di esposizione e a
valutare che forse la colpa non era degli altri, ma mia.
In un gruppo di amici però contano anche altre cose:
l’autorevolezza che avete raggiunto fino a quel momento, le amicizie e le
rivalità che si creano, le relazioni nate o mancate e tutto il resto.
Vi do una bella notizia: da
investigatori non avrete di questi problemi. La persona che dovrete
approcciare sarà un completo sconosciuto. E uno sconosciuto NON VI CONOSCE! Per
cui dipenderà soltanto da voi, basta sapersi vendere.
Nel corso della nostra disamina
spiegherò come ottenere l’effetto sperato, concentrandoci sul linguaggio del
corpo, il portamento, il tono di voce e la sicurezza nell’esposizione. Per ora
vi basti sapere questo: la sicurezza, la tranquillità con cui esponiamo
e l’empatia verso l’interlocutore sono molto più importanti del contenuto! E’
necessario quindi ATTRARRE, SEDURRE il soggetto (esattamente come noi
maschietti cerchiamo di fare con le fanciulle e viceversa).
2. PER OTTENERE
L’EFFETTO SPERATO DOVRETE MODIFICARE LE VOSTRE CONVINZIONI
Purtroppo è così, se continuate
a pensare che non riuscite ad emergere in una discussione per colpa degli
altri, o che non riuscite ad attrarre un interlocutore perché siete sfortunati,
allora ricredetevi!
La colpa è soltanto vostra.
Se siete, come dire, dei “seduttori
naturali” allora siete già un bel pezzo avanti nell’ottenere informazioni dalle
persone, se non lo siete allora dovete diventarlo! Io che non sono mai
stato un drago nelle discussioni, oggi, grazie all’esperienza acquisita sul
campo in anni di lavoro, riesco ad ottenere la maggior parte delle informazioni
utili all’indagine semplicemente conversando, senza obbligare o forzare nessuno,
trattando tutti con il massimo rispetto.
Preciso che questo mi ha migliorato anche nella vita
di tutti i giorni, nelle relazioni con le persone e, da imprenditore, nei
rapporti con clienti e fornitori.
Voi non dovrete nemmeno ripetere i miei
stessi errori, dal momento che vi troverete le tecniche e i modi già belli
pronti.
3. NON POTETE
OTTENERE ALCUNA INFORMAZIONE SE PRIMA NON AVETE INVENTATO UNA SCUSANTE
D’APPROCCIO
Questo segreto è tanto semplice e banale quanto
complicato da mettere in atto, soprattutto se non siete persone spigliate ma al
contrario molto timide.
Spesso per un detective novello la fase
dell’approccio è considerata la parte più difficile.
Scopriremo insieme che non è affatto
così: l’approccio causa una certa ansia ma una volta superata sarà gestibile
senza problemi. E’ un po’ come guidare un’autovettura: quanto eravate
preoccupati durante le vostre prime guide? Ora potete stare al volante senza
pensieri poiché l’ansia è sparita e l’abitudine ha preso il sopravvento. Per
l’ansia d’approccio è esattamente la stessa cosa e vedremo come batterla.
4. SONO NECESSARIE
DETERMINATE QUALITA’ PER OTTENERE INFORMAZIONI DALL’INTERLOCUTORE
Ebbene sì, è necessario
acquisire determinate capacità e abilità se volete tuffarvi in questo mondo
così affascinante. E’ per questo che ho preparato una lista di tutto quello
che andrò ad insegnarvi: sono conoscenze o qualità da acquisire in ordine di
importanza.
Ovviamente alcuni di voi saranno già
esperti in vari ambiti: queste persone possono saltare le parti che non
interessano e passare direttamente a quelle successive. Mi raccomando
però: siate sinceri con voi stessi. Non saltate un articolo
soltanto perché credete di essere ferrati anche se non lo siete, riflettete
bene guardandovi dentro.
Il tutto sarà condito, come al solito,
da casi realmente accaduti e da trascrizioni integrali di dialoghi sostenuti
con l’interlocutore (modificati quel tanto che basta per renderli
irriconoscibili, a fini privacy delle persone coinvolte). Oltre a questo mi è
parso utile inserire all’interno di ogni tematica trattata, esercizi mirati da
praticare sul campo: le capacità si acquisiscono con l’esperienza e la
pratica. Se non fate gli esercizi proposti rimarrete soltanto dei teorici
della comunicazione.
Ecco in sostanza quello che dovrete essere capaci di
fare se volete ottenere informazioni dai vostri interlocutori:
·
SUPERARE LA TIMIDEZZA E ACQUISIRE
UNA CERTA SICUREZZA IN SE STESSI (superare
le proprie “credenze limitanti”, cambiare atteggiamento e imparare a
socializzare, migliorare realmente la propria vita per rendersi interessanti).
·
PRIMA DELL’APPROCCIO:
LO STUDIO DEL SOGGETTO (le informazioni
del cliente, i social network, le banche dati, il pedinamento, dumpster
diving).
·
LA FASE DELL’APPROCCIO (l’atteggiamento durante l’approccio, cosa
dire durante un approccio, superare l’ansia d’approccio).
·
METODI E TECNICHE PER NON RIMANERE MAI
SENZA PAROLE DOPO IL PRIMO APPROCCIO E CREARE FIDUCIA NELL’INTERLOCUTORE.
·
DOPO L’APPROCCIO: INDURRE RILASSAMENTO E
CURIOSITA’.
·
I SEGNALI CHE LANCIA L’INTERLOCUTORE:
INTERPRETARLI PER CAPIRE CHI APPROCCIARE E COME PROSEGUIRE LA CONVERSAZIONE.
·
TECNICHE POTENZIANTI PER OTTENERE
INFORMAZIONI
·
LA FASE DELL’ATTACCO E L’OTTENIMENTO
DELL’INFORMAZIONE.
·
IL MOMENTO SUCCESSIVO ALL’ATTACCO E IL
COMMIATO.
Per oggi abbiamo concluso. Da settimana
prossima entreremo nel vivo.
Sitografia:
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