by Andrea Frighi
Sei riuscito ad approcciare il tuo interlocutore e grazie alle tecniche che ti ho insegnato in questo articolo sei riuscito a non rimanere senza parole e dunque a superare le prime fasi della conversazione. Mentre lo fai è necessario un passo in più: dovrai infatti indurre nel tuo intervistato due particolari emozioni, vitali per proseguire nella conversazione e tenere sveglio il suo interesse: RILASSAMENTO e CURIOSITA’.
Sei riuscito ad approcciare il tuo interlocutore e grazie alle tecniche che ti ho insegnato in questo articolo sei riuscito a non rimanere senza parole e dunque a superare le prime fasi della conversazione. Mentre lo fai è necessario un passo in più: dovrai infatti indurre nel tuo intervistato due particolari emozioni, vitali per proseguire nella conversazione e tenere sveglio il suo interesse: RILASSAMENTO e CURIOSITA’.
Vediamole con ordine.
1. RILASSAMENTO
Come già accennato, nessuno è pronto a
sostenere una conversazione se prima non si sente a proprio agio, per cui
dovrai essere in grado di iniettare nel tuo intervistato proprio quell’emozione
(il rilassamento) creando la fiducia necessaria perché lui prosegua la
conversazione.
Come fare per produrre nel soggetto uno stato d’animo
rilassato?
Niente di più semplice, è
sufficiente sfruttare a proprio vantaggio il fenomeno della EMOZIONE INDOTTA.
Di cosa si tratta?
Il fenomeno dell’emozione indotta si
basa su questo semplice assunto: durante una conversazione,
l’interlocutore sarà portato a provare la stessa emozione che stai provando tu.
Non è una regola matematica, ma è valida nel 99% dei
casi.
Facciamo un esempio pratico.
Ad una festa un ragazzo vede una bella ragazza seduta
a un tavolino e decide di andare a parlarle. Se comincerà a mostrarsi agitato e
a balbettare, allo stesso modo la ragazza si sentirà agitata e non sarà a suo
agio. A quel punto la ragazza non vedrà l’ora di porre fine alla conversazione
e probabilmente si allontanerà con disagio e fastidio.
Il fenomeno dell’emozione indotta è
proprio questo. Se provi una determinata emozione, quasi
automaticamente questo stato d’animo sarà trasmesso al tuo interlocutore.
Da questo ne deriva che per trasmettere
tranquillità al tuo interlocutore non dovrai fare altro che essere calmo e
tranquillo tu stesso. Il che significa che non dovrai far
trasparire quelle manifestazioni di agitazione che già conosci: fretta di
arrivare alla fine del discorso mangiandoti le parole, scelta poco accurata dei
vocaboli, balbettare e muovere nervosamente le mani.
Segui le regole indicate
nell’articolo APPROCCIARE UNO SCONOSCIUTO e vedrai che automaticamente anche il tuo
interlocutore sarà rilassato e sarà pronto a fornirti tutte le informazioni di
cui hai bisogno.
2. CURIOSITA’
Questa emozione è leggermente più
complessa da creare nell’interlocutore.
Per fare in modo che l’intervistato prosegua nel dialogo dovrai suscitare in
lui curiosità.
Curiosità verso cosa? Ovviamente verso quello che stai
dicendo, ma non solo! In parte la curiosità viene suscitata dalla scusante
d’approccio, altre volte invece dovrai ingegnarti per renderti interessante
agli occhi dell’interlocutore.
Una buona scusante d’approccio, creata
ad arte e con un po’ di inventiva spesso è sufficiente. Ricordati che dovrà essere inerente a tutto ciò che
sai del tuo bersaglio altrimenti perderà di efficacia. Usa la fantasia,
comportati come se ciò che stai chiedendo sia perfettamente normale e
soprattutto credi alla tua storia.
Le bugie in fondo non sono difficili da raccontare,
sarà sufficiente credere a quello che si dice e, a meno che tu non stia
raccontando di essere stato sulla Luna insieme agli americani, ci crederà anche
l’intervistato o quanto meno non si porrà il problema se tu stia dicendo il
vero oppure no.
Se la scusante d’approccio è banale
allora dovrai essere bravo a destare curiosità successivamente, agganciandoti a
quello che il tuo intervistato dice.
Uno dei modi più potenti per destare curiosità e interesse sono le “storie”.
Esattamente. Una storia basata su un’esperienza
personale, se raccontata bene, sarà più che sufficiente a creare interesse.
Raccontare bene una storia significa esprimerla come già ti ho insegnato,
magari facendo delle pause tra una frase e l’altra, in modo da creare una certa
suspense.
Quindi ricapitoliamo: inventi preventivamente una
scusante d’approccio, approcci il soggetto seguendo le regole di comportamento
che conosci, lo induci a uno stato d’animo rilassato comportandoti in maniera
tranquilla a tua volta, utilizzi il principio di corrispondenza per non
rimanere senza parole all’inizio, infine cerchi di risvegliare la sua curiosità
grazie alla tua inventiva, magari raccontando storie personali (vere o false
che siano – meglio vere perché così sarai più credibile – senza però fornire
informazioni importanti su te stesso).
Tieni conto inoltre che la curiosità può
essere risvegliata non solo da ciò che dici, ma anche dall’atteggiamento: una persona che assume un atteggiamento e una
postura corretti (come ti ho insegnato) suscita in generale una maggiore
curiosità.
Sapere ciò è utile anche per sapere se
qualcuno sta utilizzando tali tecniche contro di te. Come già spiegato, un
investigatore non deve lasciarsi raggirare da una buona parlantina o da un
atteggiamento apparentemente impeccabile.
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