by Andrea Frighi
Per un detective è fondamentale saper fotografare. Un investigatore capace di immortalare il momento cruciale di un’indagine, che si tratti di un’infedeltà coniugale o di una concorrenza sleale, si troverà in una posizione privilegiata rispetto ai concorrenti.
Eccoci dunque al primo appuntamento con le tecniche fotografiche utili al detective per imparare ad effettuare buoni scatti senza essere visto da nessuno.
Come già detto, utilizzerò un linguaggio semplice, condito da esempi pratici che faciliteranno la comprensione.
Innanzitutto una premessa: le macchine fotografiche vengono suddivise in base a diversi criteri. Forniremo dettagliate distinzioni a tempo debito, quella che interessa in questa sede è la distinzione tra macchine fotografiche ANALOGICHE e DIGITALI.
I discorsi che affronteremo nei prossimi articoli riguarderanno esclusivamente le macchine fotografiche digitali, dal momento che quelle analogiche risultano ormai obsolete. Immagino che i veterani professionisti della fotografia saranno amareggiati, anche perché sono perfettamente consapevoli che la resa di una macchina analogica è migliore di una qualsiasi fotocamera digitale, per una svariata serie di motivi che non starò ad elencare. Non me ne vogliate ma l’investigatore moderno deve stare al passo coi tempi: la società si evolve continuamente ed è impensabile che un “nuovo” detective oggi utilizzi ancora una fotocamera analogica. Pertanto mi focalizzerò solo sul “digitale”.
Senza troppi fronzoli, la differenza tra le due tipologie è questa: con una fotocamera digitale avete la possibilità di controllare istantaneamente il risultato del vostro scatto e cancellare la foto qualora non vi soddisfi, mentre con la macchina fotografica analogica dovrete attendere settimane e aspettare che si esaurisca il rullino.
La prima salva le immagini, sotto forma di dato digitale, in una scheda di memoria che potete estrarre dal corpo macchina e inserire in un computer per osservare le vostre fotografie, mentre la seconda immortala le scene su un rullino che dovrete sviluppare successivamente in camera oscura.
Inutile dire che per comodità, velocità e semplicità, la fotografia digitale ha ormai sostituito in toto la vecchia fotografia analogica.
UNA PRIMA DISAMINA
In commercio esistono diverse tipologie di fotocamere, dalle più semplici alle più evolute, con una diversa fascia di prezzo che si alza a seconda del livello di professionalità della camera. Come per tutte le cose però, prezzo più alto non significa necessariamente qualità migliore.
Per quel che vi riguarda, vi basti sapere che più una fotocamera è evoluta più avete la possibilità di intervenire manualmente sui comandi e questa è una caratteristica fondamentale. Se è vero che durante una giornata di sole lavorare in automatico può essere conveniente, le cose si complicano quando dovrete scattare una foto al buio, magari per riprendere due fedifraghi che amoreggiano all’interno dell’abitacolo di un’autovettura: in questo caso è necessario sfruttare al meglio le impostazioni manuali.
Andiamo ad illustrare quali sono, per un investigatore, le componenti da tenere in considerazione in fotografia, cominciando da una domanda fondamentale.
Quando una foto è ben riuscita? Se ponete questa domanda ai professionisti del mondo della fotografia, alcuni vi risponderanno che una foto può essere considerata valida quando rispetta determinati criteri o regole. Ma la maggior parte di essi dirà che non esiste una foto migliore di un’altra, non esiste la foto perfetta. Ogni fotografia è un’esperienza soggettiva e il più delle volte una foto è valida quando riesce realmente a comunicare l’emozione che il fotografo voleva esprimere al momento dello scatto.
Per l’investigatore la questione è diversa. Il detective deve mostrare la realtà così com’è, non deve alterare gli eventi o esternare una propria emozione: attraverso la fotografia deve dare “prova” di ciò che ha visto in prima persona.
QUANDO LA FOTOGRAFIA DI UN DETECTIVE E’ VALIDA?
La fotografia di un detective per essere considerata valida non deve fare altro che rispettare le seguenti condizioni:
- DEVE ESSERE ESPOSTA CORRETTAMENTE (non deve essere troppo scura e non deve essere troppo illuminata)
- DEVE ESSERE A FUOCO
- NON DEVE ESSERE MOSSA
Per poter rispettare i criteri sopra elencati bisogna essere consapevoli dei significati delle seguenti espressioni:
- Sensibilità ISO
- VELOCITA’ DI SCATTO (o “tempo dello scatto”)
- APERTURA DEL DIAFRAMMA
- INQUADRATURA
- STABILITA’
In effetti una BUONA FOTOGRAFIA è un compromesso tra la scelta del valore ISO, del tempo dello scatto, dell’apertura del diaframma oltre all’inquadratura e la stabilità del corpo (e soprattutto della mano) quando si effettua lo scatto. Sono proprio queste le componenti essenziali per ottenere una fotografia NON MOSSA, A FUOCO ed ESPOSTA CORRETTAMENTE, che è quello che a noi interessa.
Inutile dire che la fotografia è qualcosa di molto più complesso e i professionisti del settore avranno qualcosa da dire in merito alle mie semplificazioni.
Ma noi siamo detective, non dobbiamo fotografare un panorama (per quanto meravigliosa sia l’emozione di uno scatto paesaggistico). Dobbiamo immortalare il lato oscuro dell’animo umano, le vicende segrete delle persone e non interessa ottenere effetti speciali. L’importante è riuscire a NON PERDERE L’ATTIMO.
Nelle prossime lezioni spiegherò cosa si intende per foto mossa, a fuoco e correttamente esposta, e cosa significano i termini ISO, velocità di scatto e apertura del diaframma.
Prima di cominciare voglio fare una precisazione.
AUTOMATICO O MANUALE?
Sappiate che una macchina fotografica abbastanza evoluta presenterà le seguenti modalità di utilizzo:
- AI (artificial intelligence): la macchina fotografica decide tutto da sola, compreso il valore ISO.
- P (automatico): la macchina fotografica deciderà tutto da sola, ma dovrete scegliere voi il valore ISO.
- A (priorità di apertura): la macchina fotografica sceglierà da sola il tempo dello scatto, ma dovrete scegliere voi ISO e apertura del diaframma.
- S (priorità di tempi): la fotocamera sceglierà in autonomia l’apertura del diaframma, in base ai valori ISO e tempo dello scatto scelti da voi.
- M (manuale): dovrete fare tutto da soli.
E’ chiaro che più si va da AI a M più il compito per voi è complesso (poiché dovrete decidere tutto in autonomia) ma più siete autonomi più avete la possibilità di ottenere uno scatto VALIDO (che in fondo è il vostro obiettivo).
Questi i primi concetti che un investigatore deve aver presente se vuole imparare a fotografare. Dalla settimana prossima si entra nel vivo, perciò non perdetevi i nuovi articoli 😀
Sitografia:
https://www.aenigmainvestigazioni.it/blog-del-detective/imparare-a-fotografare/
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